La chiave per comprendere questo spazio è proprio il suo nome.

CHE COS’È UN ATELIER?

L’Atelier è uno spazio privilegiato per promuovere l’innovazione e allo stesso tempo riscoprire la tradizione ed il patrimonio culturale del nostro territorio

Quando si parla di Atelier Creativo, oggi, non si può prescindere dalle nuove tecnologie, ma l’innovazione tecnologica deve essere alimentata dalla conoscenza, così da non diventare sinonimo di “strumentazione digitale” fine a se stessa, ma da conservare la sua identità di “mezzo” funzionale a qualcosa di più alto, cioè l’espressione creativa e culturale.

Molteplici sono le attività laboratoriali che vi si realizzano: progetti di grafica e cinema, di musica, di scrittura creativa e digital storytelling, laboratori artistici, linguistici, logico-matematici, di coding e di approccio all’informatica in senso più stretto, per educare i “nativi digitali” ad un uso consapevole e responsabile delle tecnologie.

In realtà l’idea di un Atelier creativo, nell’Istituto Comprensivo “Nicola Badaloni”, è maturata ed è diventata prassi nel corso del tempo, dal momento che da anni si realizzano  numerose attività relative a percorsi didattici di innovazione e di ricerca storica che prevedono didattica attiva laboratoriale, progettazione partecipata, verticalità, trasformazione delle conoscenze in prodotti, apertura della scuola alle risorse umane e culturali del territorio, valorizzazione della creatività, intesa come presupposto del pensiero critico e divergente. Questo tipo di didattica costituisce l’anima dell’Atelier Creativo, che dal 2018 ha, in più, il privilegio di potersi esprimere in uno “spazio dedicato” nuovo, versatile ed attrezzato.

CHI ERA MOMUS?

Il grande logogramma bianco apposto per esteso nella parete rossa del locale ripropone la firma del personaggio al quale è intitolato l’Atelier: Augusto Piccioni, in arte Momus.

Augusto Piccioni nacque a Foligno nel 1874. Nel 1915 giunse a Recanati con l’incarico di Direttore didattico delle Scuole Elementari, presso il Palazzo Studi di San Vito. In quel periodo era già molto conosciuto ed apprezzato in Italia con lo pseudonimo di Momus. Con esso, infatti, aveva firmato molti libri per l’infanzia, collaborando con grandissimi illustratori e facendo rivivere il Pinocchio di Collodi con mille nuove avventure. Era arrivato nella nostra cittadina, dunque, non un semplice Direttore Didattico, ma  Momus il “pupazzettaro” o “figurinaio” (come venivano definiti allora gli illustratori), Momus autore di “pinocchiate” (cioè uno dei maggiori prosecutori delle avventure di Pinocchio).  

A Recanati partecipò attivamente e con ruoli pubblici anche alla vita sociale culturale della città, nella quale rimase sino al 1925, quando –  ottenuta la nomina ad ispettore scolastico – dovette trasferirsi molto a malincuore a Trieste. Poco dopo, nel 1926, morì a Grosseto, ad appena 52 anni. 

Da allora, di lui si erano perse completamente le tracce; a lui non era stata dedicata in Italia nessuna via, targa o lapide. Nulla si sapeva neanche della sua lunga permanenza a Recanati sino a che, casualmente, alcuni docenti (in particolare il prof. Paolo Coppari e l’ins. Giuditta Pierini) ne sono venuti a conoscenza, consultando le carte d’archivio del Comune ed acquistando successivamente alcuni suoi libri presso librerie antiquarie specializzate. È stata, così, riscoperta la sua immensa produzione editoriale, ed è stata data nuova luce alle tracce della sua permanenza nella scuola di San Vito: dalla lapide in onore di Dante Alighieri per il sesto centenario della sua morte nel 1921, alla “Sala De Amicis”, che ospitava una  Biblioteca e una Sala di lettura destinata ai  docenti e per la cui inaugurazione Augusto Piccioni aveva chiamato  il 21 agosto del 1924  il tenore Beniamino Gigli, al suo ritratto, gelosamente custodito presso la sede della scuola primaria San Vito. Bellissimo e di grande attualità è il Memoriale (conservato presso l’Archivio storico di Recanati) che Momus scrisse per le scuole di Recanati prima di lasciare la città. 

Personaggio poliedrico, dunque, Augusto Piccioni in arte Momus, che dedicò la sua vita alla scuola e ai bambini e che, pur essendo vissuto un secolo fa, continua ad essere moderno ed attuale, con il suo motto “NON E’ MAI TARDI PER ANDAR PIU’ OLTRE”

È per questo che abbiamo voluto dedicargli uno spazio che gli sarebbe piaciuto, in cui gli alunni possano esprimere ciò che ha contraddistinto anche la sua vita: attenzione al patrimonio culturale, creatività e innovazione, per “andar più oltre”.

DAL PROGETTO… ALLA REALTÀ

I locali nei quali è stato realizzato il #MomusAtelier, che affacciano sul cortile del Plesso di San Vito con tre ordini di scuola differenti (infanzia, primaria e secondaria), appartenevano alla scuola Primaria di San Vito, ma sono stati messi a disposizione dell’intero Istituto, di tutti i docenti e dei loro alunni, per raggiungere un alto obiettivo di qualità.

Il progetto, curato dall’Animatrice Digitale Silvia Coccia, dall’Animatrice Artistica Antonella Chiusaroli, dalla Fiduciaria della Scuola Primaria “San Vito” Antonella Maggini e dal Team Innovazione costituito dalle insegnanti Cristina Caponi (dal 2016 al 2018), Sabrina Filippetti e Paola Scorcella,  si è potuto concretizzare 

GRAZIE

  • al sostegno del Dirigente Scolastico uscente Giuseppe Carestia, della DSGA Cinzia Fornari e del personale amministrativo; 
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L’inaugurazione è avvenuta nel pomeriggio di sabato 9 giugno 2018.

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https://www.cronachecult.it/inaugurato-momus-atelier-nella-scuola-di-san-vito/